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Il Museo ladino di Fassa

Il Museo ladino di Fassa, Museo Ladin de Fascia, nella sua nuova sede espone dal 2001 le collezioni etnografiche dell’Istituto culturale ladino, frutto di oltre trent'anni di ricerche riguardanti la cultura, la civiltà e le tradizioni delle genti ladine.

Il percorso parte dalla preistoria, per poi presentare le attività produttive di un tempo, la storia, le tradizioni, le credenze, la religiosità popolare, sino ad arrivare all’avvento dell’alpinismo e del turismo di massa e infine alla contemporaneità.

La struttura espositiva, è stata concepita dagli architetti Weber e Winterle sotto la guida del rinomato architetto Ettore Sottsass.

Il museo è dotato di un Sistema di Supporto Multimediale che permette la visione di circa 80 brevi filmati riguardanti i temi dell’esposizione. Per uno di questi, Milo Manara, noto fumettista italiano, ha realizzato una serie di tavole rappresentanti i personaggi principali delle leggende ladine che vengono accompagnate da documenti sonori originali.

All’interno del museo inoltre vi sono: una sala dedicata all’attività didattica, un book-shop in cui si possono trovare oltre 400 pubblicazioni cartacee e multimediali e un museum - shop dove vengono offerti gadget, stampe e oggettistica dell’arte ladina.

Il museo, progettato nelle linee principali già negli anni 1978-79, vuole sì essere testimone della cultura materiale e spirituale delle genti ladine, ma anche proporne un'immagine viva e sempre in divenire. In quest'ottica esso si sviluppa anche sul territorio con le sezioni staccate: La Sia a Penia, L Molin de PezolL Malghièr a Pera.

La Sia de Penìa

Essendo il territorio trentino ricco di torrenti e corsi d’acqua, le prime segherie sfruttavano la loro forza motrice come fonte di energia.

La Sia di Penia, rappresenta l’ultima segheria idraulica di tipo veneziano ancora esistente in Val di Fassa. La sua presenza sul fondovalle sottostante l’abitato di Penia, è documentata fin dal XVI secolo ma la struttura che possiamo ammirare oggi è stata realizzata nel 1922 dal carpentiere “Jochelon” di Predazzo.

Il restauro di questa segheria di proprietà dell’Associazione Beni Usi Civici di Penia, è stato condotto, tra il 1985-1988 e per conto dell'Istituto Culturale Ladino, da Giuseppe Longo di Tesero. Ciò ha consentito il suo completo recupero operativo nonché la sua apertura al pubblico nel periodo estivo.

La Sia utilizza l’acqua del torrente Avisio e funziona attraverso un sistema biella-manovella che muove il telaio della sega e fa contemporaneamente avanzare il carro con il tronco da ridurre in assi. Viene utilizzata nei periodi di bella stagione a scopo didattico e per i censiti di Penia. Dal 1988 è sezione integrante del Museo ladino di Fassa.

L Malghièr

A Pera, presso il Caseificio Sociale Val di Fassa, dal 2013 si trova la sezione del Museo ladino di Fassa “L Malghièr” dedicata all’arte dell’allevamento e della produzione casearia, attività di importanza vitale in queste valli sin dalla preistoria.

Qui si trovano gli strumenti, antichi e nuovi, utilizzati nella lavorazione del latte, burro e del formaggio, sono visionabili testi, fotografie e strumenti frutto della ricerca dell’Istituto Culturale ed è inoltre possibile osservare le moderne lavorazioni del caseificio attraverso le vetrate che si affacciano sulla zona produttiva.

L Molin de Pezol

A Pera di Fassa si può ammirare uno dei pochi mulini ad acqua ancora esistenti in Trentino, costituito da tre grandi ruote idrauliche a pale che azionano due macine per cereali e un brillatoio per l’orzo. Il mulino è presente nelle mappe catastali del 1858, ma potrebbe risalire almeno al XVIII secolo.

Restaurato per conto dell’Istituto Culturale Ladino nel 1983 dall’artigiano Giuseppe Longo di Tesero e nuovamente nel 2003, è stata la prima sezione locale del museo ed è ancor’oggi messo in funzione a scopo dimostrativo. In questa sezione del Museo Ladino sono esposti con ordine tutti gli strumenti atti alla lavorazione della farina e per la manutenzione dell’impianto. 

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