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La Marmolada

Soprannominata "Regina delle Dolomiti", la Marmolada raggiunge la sua massima altezza con Punta Penia a 3.343 m ed è considerata il gruppo montuoso più alto delle Dolomiti. Il suo nome potrebbe derivare dal termine latino "marmor" cioè marmo, oppure dalla radice greca marmar- cioè "splendere" in riferimento al suo ghiacciaio innevato.

Alcuni dei suoi ghi

acciai sono scomparsi, altri hanno subito notevoli riduzioni dovute al surriscaldamento globale. Il ghiacciaio principale si trova sul versante nord ed è il più grande delle Dolomiti. Questo si mantiene grazie alle valanghe che scendono dalle pareti del circo che lo ospita ma negli ultimi anni si è notevolmente ridotto ed oggi, durante i periodi estivi, non si mostra imponente come un tempo.

A quota 2.030 metri si trova il lago di Fedaia da cui nasce il torrente Avisio. Il gruppo della Marmolada è stato riconosciuto dall'Unesco "patrimonio dell'umanità".

La città di ghiaccio

La Marmolada è stata teatro di combattimenti della Grande Guerra tra il 1915-18, su di essa infatti passava il fronte italo-austriaco. Il possesso del ghiacciaio rap

presentava un elemento strategico. Questa guerra combattuta in alta montagna si trasformò ben presto anche in un feroce duello tra esperti alpinisti. Le armi, i cannoni ed i viveri venivano trasportati dagli uomini sulle cime con l'ausilio di funi d'acciaio, slitte e carrucole.

Nel 1916 gli austriaci occuparono Punta Penia e Punta Rocca. Il punto strategico per le truppe austriache era rappresentato da la Forcella a V dalla quale 

Fra i maggiori ideatori di quella che venne poi chiamata "La Città di Ghiaccio" ci fu Leo Handl, ingegnere ed alpinista austriaco. Il complesso delle gallerie crebbe fino a raggiungere un’estensione di circa 12 km e all’interno delle stesse venne costruito tutto ciò di cui le truppe avevano bisogno: infermeria, servizi igienici, centrale telefonica e perfino una cappella. Inoltre vivere sotto il ghiaccio permetteva di sfuggire alla temperature esterne che potevano raggiungere anche i 30° sotto zero.riuscivano a dominare quelle italiane. Per difendersi dagli attacchi italiani e riuscire a trasportare i rifornimenti senza essere colpiti, gli austriaci cominciarono a costruire una serie di postazioni e baracche in legno all'interno del ghiacciao e a collegarle fra loro da gallerie scavate nel ghiaccio.

Quando gli italiani si accorsero dell'esistenza della città, vollero usare la stessa tattica per arrivare alle truppe austriache. Fu così, che sotto la guida dell'ingegnere Schiavoni, il 22 settembre 1917 gli italiani riuscirono a conquistare la posizione della Forcella V.

Il movimento e lo scioglimento del ghiacciaio in questi anni ha cancellato le gallerie e ha portato alla luce numerosi reperti bellici che sono stati raccolti con passione all'interno del Museo della Grande Guerra 1915 - 1918 da Andrea, Dino e Sandro De Bernardin

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