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Cultura, arte e leggenda

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Architettura

L’architettura della Val di Fassa è frutto anche della capacità di adattamento dell’uomo che ha saputo sfruttare ciò che la natura gli ha offerto. Infatti, la posizione dove costruire, i materiali utilizzati e la conformazione degli edifici sono elementi scelti in modo strategico.

Gli agglomerati di case venivano costruiti in zone soleggiate e fertili ma nello stesso tempo si cercava di ripararsi da valanghe e alluvioni. Le abitazioni montane erano dotate di tetto a falda spiovente, necessario per combattere il freddo e permettere alla neve di scivolare e non accumularsi.

Il materiale usato più frequentemente nella costruzione degli edifici era il legno di larice, preferito agli altri per la sua capacità di resistere all’umidità. La pietra era utilizzata come basamento per le strutture, sormontata poi da assi di legno che andavano a costituire i piani superiori: questa scelta era dettata dalla necessità di mantenere le abitazioni o i fienili più asciutti e areati.

Gli effetti dei numerosi incendi, della guerra e in un secondo tempo anche dell'avvento del turismo, hanno prodotto vari mutamenti e rinnovamenti delle tecniche di costruzione: a farne le spese sono stati soprattutto gli stabili rustici che sono stati trasformati in edifici residenziali.

Scomparse le case costruite secondo il modello più antico (completamento in legno), e predominanti fino al '500, a Canazei esistono ancora meravigliosi esempi di abitazioni a struttura mista (legno e pietra), testimoni di un tempo lontano e dell'evoluzione della casa fassana.

Esempi di queste costruzioni, come qualche esemplare di affresco si possono ancora ammirare per le vie del centro. Un esempio della tipica "majon" fassana si trova nella frazione di Penia: si tratta di Cèsa Dovolavilla, edificio monofamiliare dotato di forno per il pane. Un altro, che si trova nella frazione di Gries, è la vecchia Majon di Roces risalente al 1600 circa. 

Gli affreschi che si possono ammirare sugli edifici trattano vari argomenti: i più antichi presentano temi religiosi mentre quelli risalenti al '900 sono legati alla tradizione e alla vita. Le figure maggiormente rappresentate sono la Madonna del soccorso e San Cristoforo difensore dei viandanti, protettore dalle pestilenze e dalla morte improvvisa, che venivano dipinti solitamente lungo le vie principali.

Oggi peculiari torrette decorano gli alberghi e le case del paese ed i tipici “poggioli” montani sono stracolmi di coloratissimi fiori. Nella piazza di Canazei, è presente un monumento alle valli ladine realizzato con cinque tronchi di legno e, sulla parete di una graziosa casetta risalente al 1800, un orologio a cucù (l'ora dè nésc veies, l'orologio dei nostri vecchi in lingua ladina), che in determinate ore del giorno si aziona. Un ingegnoso ingranaggio permette a personaggi di legno di danzare e piroettare sulla musichetta prodotta dall’orologio.

Sempre nella Piazza Guglielmo Marconi si trova il Municipio, un edificio progettato dal noto architetto Ettore Sottsass negli anni '20 e restaurato poi nel 1998. Nella Piazzetta di San Floriano, il vero centro storico del paese, oltre all'omonima chiesetta si può ammirare una graziosa casa, Cèsa La Floriana, un edificio ricco di dipinti e decorazioni in legno.

Abitazioni

Vicino alla casa di abitazione un tempo generalmente si trovava il tobià, ovvero il fienile con accanto o sotto la stalla. Queste costruzioni tipiche, erano costituite solitamente da un piano terra in muratura in cui venivano ricoverati gli animali ed un piano superiore in legno dove si depositavano il fieno e la legna.

Il tetto era molto sporgente in modo da poter proteggere la struttura dall’azione degli elementi naturali ed era costituito di scandole (una sorta di assicelle) di larice o abete. Fino al '900 le valli erano caratterizzate da questo tipo di costruzione che privilegiava la funzionalità: il piano superiore ospitava il fieno e la legna e la parte centrale era adibita alla trebbiatura dei cereali.


Troviamo due tipologie di abitazione: abitazione e rustico a blocco unico oppure abitazione e fienile separati da ballatoi, barcons o da scale. Con il tempo le abitazioni si sono staccate dai fienili ma il centro della casa è sempre rimasta la stua, una stanza rivestita in legno (solitamente di cirmolo) dotata di piccole finestre esposte ad est e caratterizzata dalla presenza dell’unica stufa della casa, la muscia, costruita in muratura.

All’interno della stua la famiglia si ritrovava ai pasti e, soprattutto durante il lungo periodo invernale, si intratteneva con la musica e ascoltando racconti, le contìes. La cucina dell’abitazione fassana solitamente era spaziosa e nel centro vi si trovava un largo focolare con camino, la bocca per il forno in cui veniva cotto il pane e la bocca della muscia.

Ricoveri temporanei

Sui pascoli in quota spesso si trovava un edificio rustico detto baita, un ricovero temporaneo per pastori e animali o deposito per il fieno. Vi erano anche proprietà costituite da una stalla o una tettoia per le bestie, una zona per il ricovero del pastore o della famiglia durante il periodo estivo ed un edificio per la lavorazione dei prodotti caseari (malghe).

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