Ambiente e natura
La formazione delle Dolomiti
Circa 285 milioni di anni fa, la zona che oggi occupa la Val di Fassa era sommersa da una distesa di mari caldi e poco profondi. La genesi delle catene montuose che circondano questa zona è iniziata grazie agli accumuli di conchiglie, spugne, alghe, mitili, coralli e calcare che a poco a poco si sono trasformati in roccia.
Sui fondali di questo oceano tropicale si vennero a formare dei vulcani che con le loro eruzioni contribuirono alla sedimentazione di lava, ceneri e tufo.
I movimenti della crosta terrestre, con lo scontro tra le placche europea e africana, comportò l’innalzamento delle rocce sommerse che raggiunsero anche quote di 3.000 m sopra il livello del mare.
A determinare la formazione di ciò che vediamo oggi sono stati tre fattori principali: i fattori strutturali, gli agenti del modellamento e quindi gli elementi atmosferici e le condizioni climatiche. Le rocce che costituiscono le Dolomiti sono essenzialmente di due tipi: rocce resistenti che si presentano con forme più spigolose ed aspre e rocce più tenere, che hanno forme più gentili, il Gruppo stesso della Marmolada è costituito da ambo le tipologie.
La denominazione “Dolomiti” deriva dal nome del geologo e naturalista francese, Deodat de Dolomieu, che per primo studiò la roccia predominante della regione che venne chiamata Dolomia in suo onore. Il nome invece di origine antica e leggendaria è “Monti pallidi”, esplicitazione della caratteristica colorazione chiara della roccia che però all'alba e al tramonto assume una colorazione rossastra che viene chiamata Enrosadira.
Il 26 giugno 2009 a Siviglia i componenti del World Heritage Committee hanno incluso le Dolomiti, con votazione unanime, nell’elenco dei patrimoni naturali dell’umanità.
I nove gruppi dolomitici scelti sono: Pelmo-Croda da Lago, Marmolada, Pale di San Martino, Dolomiti friulane, Dolomiti settentrionali, Puez-Odle, Catinaccio, Rio delle foglie e Brenta.